Tonalità del corpo umano, risultati | Stampa |


Risultati, considerazioni e applicazioni sulla misurazione della tonalità del corpo umano

 

 PREMESSA

 
I risultati di questa ricerca dimostrano che tutte le persone possiedono con il torace ed il cranio due strumenti acustici, accordati con frequenze che ne caratterizzano una tonalità, cioè risuonano all’interno di una determinata fascia di frequenze, strutturata con leggi di consonanza e dissonanza, che rispecchiano la struttura su cui è basata la teoria della musica.

Il torace ed il cranio, alla luce dei risultati, sono gli strumenti acustici di cui ci serviamo per amplificare la voce, risuonando sempre simultaneamente quando usiamo la voce o cantiamo, fungendo allo stesso tempo da ricettori per l’ascolto, da essi è possibile misurare un accordo formato dalla tonica, dalla terza e dalla quinta, necessari a formare l’accordo principale di una tonalità.

Per effettuare il rilevamento della frequenza del torace o del cranio, bisogna provocarne la risonanza singolarmente, proprio a causa delle peculiari capacità di risuonare per simpatia, misurazione che parlando o cantando non sarebbe possibile.

Questa ricerca vuole dimostrare altresì come tutte le persone possiedono le medesime possibilità musicali, e che a causa di un uso inconsapevole del proprio “strumento”, limitano all’espressione verbale la propria musicalità, si evidenzia come aldilà delle affinità elettive, le persone sono compatibili anche tramite peculiarità acustiche, che non sono frutto di studi musicali ma di eredità genetica.

Queste misurazioni vogliono fornire un metro di misura, per quelle applicazioni didattiche, artistiche, mediche e psicologiche, in cui è necessario sapere quali sono le frequenze con cui una persona è armonicamente compatibile e in quali dissonante, come ad esempio fargli  suonare uno strumento, o farla cantare, per le applicazioni nella musicoterapia, per subire una riabilitazione audio fonica, per selezionare un gruppo di lavoro, per selezionare classi scolastiche  e ambienti didattici sociali  e formativi, per essere adottato in una nuova famiglia, per capire disturbi di inquinamento acustico ambientale, per selezionare personale addetto alle vendite e alle comunicazioni.  

I risultati ottenuti tramite le misurazioni acustiche del torace e del cranio evidenziano come:

1) La frequenza della nota fondamentale  della tonalità soggettiva, risiede nella risonanza del torace in posizione rilassata, cioè espirando tutta l'aria contenuta nei polmoni e provocandone la vibrazione, tramite la percussione dello sterno.

2)  La frequenza della seconda nota dell'accordo ,a distanza di terza armonica, la distanza effettiva è una decima superiore dalla fondamentale, risiede nella  risonanza del cranio, misurata con una percussione sulla fronte del cranio stesso, la nota rilevata può essere a distanza armonica di terza maggiore o minore, dalla nota di risonanza del torace, percosso sullo sterno in posizione di fondamentale.

3)  La frequenza della terza nota dell'accordo, a distanza di quinta superiore dalla fondamentale, risiede nel torace, posizionando  il diaframma completamente dilatato, misurata provocandone la vibrazione tramite la percussione sullo sterno.

4)  Le persone unite in rapporto di coppia possiedano la medesima nota fondamentale, con variante maggiore minore, uguale o misto.

5)  I figli di una coppia sono nella medesima tonalità dei genitori con possibilità di variante maggiore o minore.


6)  Le persone unite da amicizia possiedono la medesima nota fondamentale, o tonalità consonanti,  con variante maggiore minore.

7)  La percezione delle frequenze basse sono rilevate dal torace e convogliate all'orecchio per la decodificazione, tramite le tube di Eustachio.

8)   Le tonalità più diffuse rilevate sui campioni sono:

Do,  maggiore – minore
Re,  maggiore - minore
Sol,  maggiore – minore
Altre in modo minore

9)  Le note rilevate dal torace e dal cranio, rientrano nella struttura del temperamento con frequenza del La a 440 Hz.


CONSIDERAZIONI E APPLICAZIONI

La misurazione della risonanza del torace è ovviamente la più importante, in quanto determina la frequenza basilare su cui è fondata la tonalità soggettiva di una persona , dove per tonalità soggettiva di una persona si intende proprio la nota su cui si basa una struttura armonica, così come concepita per lo studio e la composizione musicale.

Inizialmente ho avuto molte difficoltà nell’individuare una nota corrispondente alla risonanza del torace, in quanto essendo mobile, questi modificava la frequenza, con la dilatazione e restrizione causate dalla respirazione, ed anche a causa dello strumento usato che era il mio orecchio, che per quanto allenato, dal mestiere di accordatore di pianoforte e dai passati di studente di musica, presentava delle difficoltà a causa del troppo breve periodo di vibrazione del torace stesso, seppure  aumentando la forza di impulso, prodotto con il pugno della mano sullo sterno.

Nonostante tutto, con l’esperienza del mestiere ed aiutato dal confronto con i suoni di un pianoforte sono arrivato a mettere a punto una metodologia di rilevamento e di confronti , con cui individuare con certezza la nota di riferimento.

Perseverando nella misurazione della risonanza del torace, ho potuto notare come questi nell’estensione della respirazione producesse l’estensione di un intervallo di quinta superiore di differenza, relativa alla tonica di riferimento in tutte le persone, indipendentemente dalle dimensioni corporee dal sesso o dall’età, la quale dimensione  mi incuriosiva molto perché ero convinto che ad una maggiore dimensione corrispondesse una nota più grave e ad una minore una più acuta, cosa che non è stata rilevata nel numero delle persone misurate.

La considerazione ancor più intrigante è stata fatta quando ho considerato la capacità del torace di vibrare per simpatia, in quanto strumento sonoro.

Sappiamo che un corpo sonoro possiede la capacità di produrre suono per le peculiarità della forma e del materiale con cui è costruito, si può dire che, un corpo se è sonoro, possiede anche la capacità di vibrare per simpatia, cioè è soggetto a risuonare anche in presenza di suoni esterni, quindi il torace vibra anche se noi non vogliamo, in assenza di silenzio.

Queste vibrazioni a causa delle peculiarità del torace, sono sicuramente di una frequenza più bassa rispetto a quella del cranio, a causa del volume interno e alla qualità dello strumento, cioè l’osso costante del cranio e osso a strisce legato e rivestito da materiale più morbido per il torace.

Quindi essendo strumenti diversi producono frequenze diverse, i quali se indotti  a vibrare per risonanza, vibrano su frequenze diverse.

Fatta questa considerazione cioè di avere degli strumenti addosso che vibrano per simpatia, che sicuramente sentiamo in qualche modo, mi sono chiesto come facciamo a decodificare le vibrazioni del torace.

La strada più razionale sono le tube di Eustachio,   ciò e possibile pensarlo sia per la conformazione delle tube,cioè vuote, in cui si può propagare il suono e perché sfociano confluendo insieme al condotto uditivo esterno, nell’apparato uditivo interno. La combinazione fa pensare che le frequenze basse siano recepite con il torace e le frequenze acute dal padiglione dell’orecchio, il quale è costruito con una forma ed un materiale più duro, più consono a risuonare e a recepire le frequenze alte.

Considerazioni queste che appaiono più plausibili se analizziamo la nostra stessa capacità uditiva quando siamo raffreddati ed abbiamo le tube ostruite, chiunque abbia avuto un raffreddore, sa che si riduce la capacità uditiva,queste considerazioni potrebbero essere interessanti per i medici che si occupano dell’apparato uditivo e tecnici di acustica che studiano apparati elettronici preposti a sopperire carenze uditive o eccessi.

Se per poter rilevare la nota fondamentale di riferimento bisogna percuotere lo sterno, percuotendo la fronte del cranio è possibile rilevare la terza dell’accordo, questa misurazione è più semplice rispetto a quella toracica in quanto il cranio non subisce modifiche con la respirazione.

Quando ho intrapreso questo studio cercavo ancora una nota di riferimento fondamentale, ed ero convinto che a causa della conformazione acustica ed uso nel canto, il cranio fosse depositario della frequenza di risonanza preminente, ma dalla considerazione anatomica delle dimensioni mi convinsi che il torace dovesse possedere  delle frequenze più basse.

Quando dal confronto al pianoforte capii che la distanza tra la frequenza del torace  e quella del cranio era esattamente di una terza, cominciai a pensare ad un intervallo musicale, nonostante tutto notavo che in alcune persone c’erano differenze che ancora non mi dissuadevano, fino a quando misurando molte persone notai che la differenza di frequenza tra il torace ed il cranio era in tutti di una terza maggiore o minore.

Entusiasta  dall’ulteriore scoperta, cominciai ad associare questa differenza al carattere delle persone, cercando di capire se nelle persone  a carattere maggiore o minore vi fosse una correlazione emotiva diversa, a causa di questa differenza, qualcosa c’è, come quel giudizio emotivo che tutti possiamo dare al carattere di un accordo o di un’altro.

A causa della distanza di terza tra torace e cranio mi vennero in mente la relazione con il terzo suono scoperto da Giuseppe Tartini sul violino, il quale suonando su due corde ad intervallo di terza, notava la produzione di una terza frequenza, o risultante al basso, che a dir di qualche strumentista, dona allo strumento, giusto di armonici, un che di voce umana, un simile effetto è possibile sul pianoforte eseguendo, tra la regione bassa e medio bassa, una successione legata di decime cromatiche.

Questa fu un’ulteriore emozione, cioè aver capito che, alla formazione della voce umana concorrevano  contemporaneamente due frequenze, prodotte simultaneamente dalla risonanza del torace e del cranio, considerazione ottenuta ribaltando l’equazione che, se in uno strumento musicale per avere effetto di voce umana è necessario suonare due note, la voce umana è prodotta da due note, appunto dal suono simultaneo del torace e del cranio.

Qualche perplessità ci fu con la considerazione che, se il cranio è ad “accordatura fissa”e non possiede la fondamentale ed il torace che invece è possessore di tale requisito, ha una escursione di quinta, glissata, mi chiesi se la frequenza del torace potesse assumere la medesima frequenza del cranio e superarla di un’altra terza maggiore o minore?  e quindi se la frequenza del cranio, potesse in alcune condizioni sostituirsi alla posizione di fondamentale, ma misurando le varie condizioni mi accorsi che il suono del torace  risultava sempre posizionato più in basso del cranio e che quindi tra il torace rilassato ed il cranio, armonicamente risultava una terza, in realtà la distanza rimaneva una decima, cioè in ogni caso il torace  in posizione alta si posiziona armonicamente una terza armonica bassa rispetto al cranio, realmente una sesta.

Oltre che degli aspetti tecnici ve ne sono di curiosi a rilevanza sociale , misurando numerose coppie il risultato è stato che, ogni coppia misurata aveva come base la medesima tonica, non di rado miste tra loro maggiore e minore, indipendentemente dal sesso.

Per sondare meglio questo aspetto, ho incominciato a misurare oltre che i miei figli, anche i figli di altre coppie, ed è stata una rivelazione trovare i figli nella medesima tonalità dei genitori, mostrando il lato genetico del caso, cosa molto illuminante e utile come quando nel caso della musicoterapia applicata a soggetti gravemente menomati, la misurazione stessa tramite percussione dello sterno o del cranio risulterebbe molto invasiva, in questi casi è quindi possibile misurare i genitori per poter individuare una tonalità da adoperare.

Lo stimolo iniziale per questa ricerca lo devo proprio ad ambienti in cui venivano adoperate tecniche di musicoterapia dove non vi era un modo per individuare suoni specifici di una persona da stimolare con la musica o altri suoni, in considerazione di coscienza che, abbiamo musica scritta in varie tonalità le quali possono essere anche dissonanti tra di loro, quindi non può essere indifferente una tonalità o l’altra.

Non meno importante riguardo la dipendenza genetica della tonalità, è senz’altro il problema delle adozioni o affido familiare, le quali oltre al carattere socio-culturale, deve tener conto di tutti gli aspetti congiunturali possibili e tra questi vi è senz’altro l’aspetto delle affinità acustiche.

La comunanza acustica, che può apparire palese nelle attrazioni di coppia, risulta però ancor più sorprendente nei rapporti di amicizia , perché anche in questo aspetto le rilevazioni acustiche dei soggetti misurati, hanno sempre evidenziato un’affinità tonale positiva.
Questo aspetto della ricerca evidenzia delle valutazioni che vanno aldilà dei rapporti personali, in quanto se nei rapporti personali vi sono delle congiunture di carattere sentimentale, emotivo, culturale o parentale, per superare differenze e cercare un compromesso, nei rapporti di gruppo come ad esempio tra colleghi di lavoro o compagni di classe nelle scuole, i rapporti di convivenza sono retti da altri parametri, che appartenendo  a sovrastrutture sociali, cioè se non vi sono le prerogative per andare “d’accordo” creano nell’impegno del lavoro o dello studio, casi di incomprensioni che distraggono l’attenzione e  mitigano l’impegno, sfociando in spaccature che possono dar luogo a fazioni o isolamenti.

Sebbene le competenze sul lavoro vanno aldilà degli aspetti personali, o la composizione delle classi scolastiche che sono dettati  dall’età, cercando un abbinamento acusticamente compatibile, si potrebbero migliorare i rendimenti nei gruppi di lavoro o di studio,  inoltrando nelle competenze e nella convivenza quel carattere acusticamente “amichevole”, con cui non disturbare l’entusiasmo per quello che facciamo ogni giorno, limitando il buon umore e la creatività.

In queste considerazioni rientrano a pieno titolo le considerazioni sulle tonalità più diffuse rilevate ad oggi cioè quelle di Do-Re-Sol maggiore e minore, altre come MI FA FA# e LA in modo meno diffuso.

Consideriamo ad esempio la scelta di un brano di musica da parte di un insegnante, da far cantare ad una classe intera di ragazzi, immaginiamo di avere un brano in Do maggiore, è scontato che i ragazzi accordati in Do sono agevolati nell’intonazione, quelli in Sol essendo armonicamente compatibili riescano ad intonare il brano, ma quelli accordati in Re risulterebbero inadeguati ad intonare il brano in Do, essendo in tonalità dissonante, si può aggiungere che canzoncine e brani celebrativi di feste e ricorrenze, sono diffuse in tonalità diffuse quasi tutte in Do maggiore e La minore, si può immaginare come le persone non accordate in tali tonalità siano meno coinvolti,  come quando anche si impone uno strumento uguale ad una classe intera.

A questo proposito è facile supporre quanto sia utile una misurazione tonale di un bambino nel momento in cui gli si propone di suonare uno strumento, bisogna tenere conto delle peculiarità acustiche soggettive di un individuo, prima di proporgli di produrre suono, facendogli suonare uno strumento acusticamente incompatibile, cosa che incide sia sull’autostima che nei rapporti con gli altri esseri, in quanto a parere di tutti, nessuna arte può, meglio della musica, sviluppare in positivo il genere umano. 

Argomento su cui è bene porre l’accento, è quello che le note misurate in tutte le persone sono inquadrate in un temperamento di cui la nota di riferimento è un La a 440 Hz.

Quello del La a 440 Hz è un argomento dibattuto su cui ci sono molti studi teorici, tecnici, storici ed etici, io mi baso sulle misurazioni fatte alle persone che ho conosciuto, dove per provare l’effetto di consonanza, ho sempre fatto parlare il soggetto a bassa voce, creando al pianoforte una sonorità continua nella tonalità misurata , se la misurazione è giusta, il soggetto misurato non percepisce più la propria stessa voce, riuscendo a risentirla per contrasto, pur parlando a bassa voce, solo nel momento in cui si sposta l’arpeggio su una tonalità vicina.

Tutti coloro a cui ho proposto di intonare cantando la propria nota fondamentale, sono riusciti a cantarla mantenendo l’intonazione stabile, mentre nell’abbassare o innalzare di un semitono l’intonazione, la voce diventa tremolante e poco sonora.

Alla luce di quanto trovato si può dire che la scelta del diapason coincide con la decisione di rendere un brano musicale più o meno coinvolgente ed emozionale, perché il nostro corpo è tarato a risuonare ad una data frequenza, perché siamo abituati a sentire le frequenze della nostra voce, quindi ascoltare composizioni musicali intonati poco sopra o poco sotto il nostro standard, vengono decodificati melodicamente uguale, ma armonicamente più scarno perché il nostro corpo non entra in risonanza, quindi con il risultato di rendere la sonorità più nitida,ma fredda.

Non vi è dubbio che  l’applicazione di queste misurazioni forniscono un metro di misura razionale, in quanto non attinge al volere del soggetto, quindi non è influenzata da carenze o eccellenze.

Questo vuol dire che studiandone le applicazioni, si possa usare un metro di sicuro riferimento con cui misurare lo “strumento” che ci si accinge a stimolare, come nella musicoterapia, audiometria o la logopedia, altri studi e congiunture sono possibili se si studiano a fondo applicazioni in campo sociale e artistico, dove per alcune applicazioni regna il caos.   

Padova, 21/12/2012  

Carmelo Gaudino