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Tonalità del corpo umano

 

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Le considerazioni iniziali sul perché di una misurazione della tonalità del corpo umano, sono da incentrare nell'uso dell'acustica nella comunicazione da parte del genere umano.

Nell'uso della voce per esprimere il pensiero tramite la parola, vi è una componente molto importante che è l'espressione data alla parola stessa nel contesto di un discorso, ovvero la possibilità di esprimere concetti diversi adoperando la medesima parola, allungandone le vocali o modulandone il tono.
Quindi il modulare la parola non è mera espressione estetica ma contiene parte del messaggio stesso che tramite la voce si vuole comunicare.

Uno strumento musicale per essere espressivo deve sviluppare il terzo suono o suono di Tartini, tale fenomeno è prodotto dal confronto di due suoni simultanei solo in strumenti costruiti a regola d'arte capaci cioè di corredare ogni nota dei relativi suoni armonici spontanei nel qual caso si dice "ne ha di voce umana" .

Questo ci porta a pensare che se uno strumento musicale per averne di voce umana e quindi per essere espressivo, deve sviluppare un effetto prodotto dal confronto di due note, la voce umana stessa per essere tale deve essere prodotta in parte dal confronto di due frequenze. Abbiamo capito tramite gli studi dei risuonatori di Helmholtz che parte della sonorità della voce umana è prodotta per risonanza nelle cavità di cui il corpo umano è in possesso quali quella toracica e cranica. Nasce così tramite questa congiuntura l'idea di misurare la risonanza delle cavità di cui è corredato un corpo umano, per individuare le note fondamentali con cui definire una tonalità, cioè la gamma di suoni specifici con cui la specifica persona interagisce, con la convinzione che è nel terzo suono il legame tra l'espressione emotiva  della musica, la voce ed il pensiero umano stesso.

Siamo così giunti a capire che l'emissione della voce umana è ad aria, ma che vi sono questi componenti del "suono" della voce causate dalle sole risonanze, cioè stimolate simultaneamente dagli apparati della voce e prodotte nelle cavità del torace e nel cranio,  analogamente agli strumenti musicali a corda, quando si suonano due note contemporaneamente, i quali nella voce sviluppano quella sonorità che completa la specificità del timbro con un'armonia comune ad altri individui, dentro la quale è possibile ottenere sonorità piene con cui esprimiamo il significato emotivo intrinseco del nostro pensiero, fuori dalla quale perderebbe quel significato che ci contraddistingue, come quando qualcun altro declamando un nostro pensiero, costretto ad interpretarlo con il proprio strumento, aggiunge sottraendo quel qualcosa di emotivo che è identificativo di un pensiero originale.
Quindi tramite lo stesso meccanismo che genera il terzo suono sugli strumenti musicali è possibile stabilire come la matrice tonale fondamentale della specifica voce, risieda nel rapporto costante di risonanza tra torace e  cranio.

I risultati ottenuti tramite misurazioni specifiche, evidenziano che l'intervallo di frequenza tra le due cavità è sempre di una terza maggiore o minore ma sempre una terza, dove la frequenza del torace è sempre più bassa, mentre l'intervallo tra un torace rilassato ed un torace a diaframma aperto misura una quinta, dove la frequenza più bassa è a torace rilassato.

Alla luce di questi risultati è possibile stabilire l'esatto ordine delle note con cui formare una  triade di suoni per stabilire una tonalità precisa, disponendo l'accordo nel seguente ordine:

-    la nota fondamentale o tonica è ricavata dalla risonanza del torace in posizione naturale;
-    la terza è ricavata dalla risonanza del cranio;
-    la quinta viene ricavata dalla risonanza del torace a diaframma aperto.
  
Ovviamente le cavità toracico-craniche non sono solo influenzate dal solo apparato vocale, ma risuonano anche quando influenzate da frequenze esterne, i quali fungendo da ricettori per l'ascolto e la decodificazione di armonie e dissonanze, influenzano la comprensione di ciò che stiamo ascoltando con le medesime regole adoperate per modulare le parole con cui esprimiamo concetti verbali, i quali trovano analogia con le regole dell'armonia studiate per la composizione musicale.

Tecnicamente  è facile supporre come:

 - un cantante sia maggiormente agevolato in alcune frequenze piuttosto che in altre, in quanto possiede uno strumento accordato in una tonalità che agevola la risonanza di una gamma ben precisa di suoni ma non di tutti;
- la scelta di voci armonicamente consonanti sia alla base della riuscita acustica di complessi vocali e strumentali, indipendentemente dalle capacità tecniche;
- nella pratica dell'improvvisazione musicale quanto siamo soggetti all'attrazione di alcune note piuttosto che altre, perché la memoria conserva l'emozione provata con alcune note, da cui si è magneticamente attratti;
-   un compositore possa emotivamente rendere di più in alcune tonalità che in altre;
- quanto sia importante la scelta della tonalità nella somministrazione mirata di suoni nella
pratica della musicoterapica o rieducazione fonico-uditiva;
- ecc. ecc.

È altresì ovvio supporre come la relazione tra due voci parlate sia soggetta a consonanze e dissonanze, che influenzano la simpatia o l'antipatia prima ancora della razionale comprensione dei concetti verbali interposti, predisponendoci all'ascolto così come all'ascolto di un brano musicale il quale è tanto più "piacevole" quanto più siamo in sintonia con l'armonia ed il genere di strumento  adoperato, ancor prima del discorso melodico stesso.

In definitiva i nuovi concetti relativi alla produzione del suono durante l'uso della voce, sono che la risonanza delle cavità cranico-toracica fornisca alla voce umana un sottofondo sonoro al timbro identificativo della singola persona, che completa lo strumento necessario all'espressione emotiva del pensiero ed alla comprensione del linguaggio umano e che con una misurazione della tonalità in possesso del singolo individuo, si possa razionalizzare
ulteriormente l'uso di questo strumento sublime, tramite cui è possibile manifestare lo spirito del nostro pensiero e delle nostre emozioni.
 
Padova, 2 Marzo 2007
Carmelo gaudino

 

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